Casalfiumanese □

Casalfiumense è un comune di poche migliaia di abitanti, ma con una superficie piuttosto estesa, distribuita per lo più sulle colline e i monti che dividono la valle del Santerno da quella del Sillaro. Se si vuole far coincidere il confine della Romagna con il Sillaro si può dire quindi che il territorio di Casalfiumanese è il confine nord-occidentale della Romagna.


Carlo Falconi - □□

Carlo Falconi, nato nel 1975, è cresciuto nella Vallata del Sillaro e in seguito si è trasferito a Imola, dove vive tuttora. Il suo dialetto è sostanzialmente quello che ha ascoltato in casa dai famigliari, originari di Casalfiumanese e di Sassoleone, una frazione di Casalfiumanese che sorge lungo il crinale che divide la valle del Santerno da quella del Sillaro.

Musicista (suona la chitarra e l’armonica a bocca), cantante, scrittore e poeta, ha pubblicato in italiano Albùmida (Ragusa, Libroitaliano World, 2002), Il brillo parlante (Imola, stampa in proprio, 2004), Uscita di sicurezza. Poesie degli anni zero (Forlì, L’arcolaio, 2010).

In dialetto ha pubblicato la raccolta Blëc (Faenza, Tempo al Libro, 20081, 20092), e le sue poesie sono state incluse e recensite nell’antologia I poeti romagnoli d’oggi e Federico Fellini (Cesena, Il Ponte Vecchio, 2009) e nelle riviste la Ludla (vedi qui sotto) e La Piê. La sua poesia dialettale si ispira a Walter Galli, Giovanni Nadiani e Annalisa Teodorani. Intervistato sulla sua riscoperta del dialetto come strumento espressivo ha spiegato: «Direi che il dialetto è per me una lingua più intima, mentre l’italiano potrei definirla più una lingua istituzionale. Come qualcuno mi ha fatto notare, in dialetto esprimo più sentimenti e emozioni di livello personale, mentre con l’italiano cerco di scovare la società e le sue contraddizioni».

Come musicista nel 2003 assieme a componenti della compagnia teatrale T.I.L.T., ha fondato I brilli parlanti, gruppo musical-teatrale che proponeva letture abbinate a musica e scenari teatrali. Dal 2004 al 2008 ha fatto parte come chitarrista e armonicista al gruppo Frazione Fabbrica col quale ha inciso nel 2006 il demo Frazione Fabbrica e nel 2007 l’album Tempi imperfetti. Attualmente sta portando avanti due progetti alquanto differenti: da un lato si esibisce indialetto romagnolo, in stile folkwriter, proponendo canzoni e sue rielaborazioni delle “cante” tradizionali, dall’altro affronta sonorità psichedelico-letterarie con I Peggiori.

Ne la Ludla di Gennaio 2009 (pagg. 2-3) Paolo Brghi ha scritto una dettagliata recensione della raccolta Blëc, con un profilo dell’autore.

la Ludla

Muleña, ne la Ludla di Ottobre 2007, (pag. 16), con un profilo di Paolo Borghi

E’ Sbandiradór, ne la Ludla di Marzo 2011 (pag. 16), con un profilo di Paolo Borghi

Tot divirs

Carlo Falconi ha partecipato all’edizione 2010 della manifestazione «Tot divirs», dove ha recitato alcune poesie tratte da Blëc e cantato e suonato alcune delle sue rielaborazioni delle “cante” romagnole.

da: Blëc

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A gramadora

A gramadora, (detta anche Bela burdela: le parole con cui inizia il celebre ritornello) è forse la più celebre delle “cante” scritte da Aldo Spallicci. Falconi ha riscritto la musica, sostituendo quella originaria di Cesare Martuzzi.

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La sfujareja

Questa è una “canta” scritta da Gino Baldrati e musicata da Angelo Creonti. Al solito Falconi riscrive la musica mantenendo il testo tradizionale.

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«Te ad chi sit e’ fiol?»

Carlo Falconi ha partecipato all’edizione 2010 della manifestazione «Te ad chi sit e’ fiol?» presentando  una sua rielaborazione di una celebre “canta” romagnola.

Rumagnola

Una “canta” musicata da Cesare Martuzzi su testo di Aldo Spallicci, che Falconi – come tanti altri – considera «il vero inno della Romagna». Anche in questo caso Falconi ha riscritto la musica mantenendo i versi di Spallicci.

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